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Segesta e il suo Splendore tra Storia e Miti

Segesta (in greco antico: Ἕγεστα) fu un’antica città elima situata sul Monte Barbaro, nel territorio comunale di Calatafimi-Segesta nella parte nord-occidentale della Sicilia a pochi chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo.

Rivestì un ruolo di primo piano nel bacino del Mediterraneo.

Le origini secondo il Mito

Secondo il mito sarebbe stata fondata da Aceste (che ne fu il primo re), figlio della nobile troiana Egesta e del dio fluviale Crimiso. Virgilio invece riporta la leggenda secondo cui sarebbe stata fondata da Enea per far riposare i vecchi e le donne, dopo che queste avevano incendiato le navi poco prima di riprendere il viaggio.

Storia bellica

L’ostilità per motivi di confine con Selinunte fu secolare. Il primo scontro avvenne nel 580 a.C. e Segesta ne uscì vittoriosa.

Nel 415 a.C. Segesta chiese aiuto ad Atene perché intervenisse contro l’intraprendenza selinuntina supportata da Siracusa. Gli ateniesi presero come pretesto la richiesta di Segesta e decisero una grande spedizione in Sicilia, assediarono Siracusa ma ne risultarono disastrosamente sconfitti.
Gli scontri si conclusero nel 409 a.C., quando Selinunte fu assediata e distrutta dai cartaginesi, invocati anche questa volta dai segestani.

Nel 307 a.C. molti segestani furono uccisi o venduti come schiavi dal tiranno siracusano Agàtocle per non avergli fornito gli aiuti economici richiesti. Dopo la feroce repressione, egli cambiò il nome della città in “Diceopoli” ossia città della giustizia.

Nel 276 a.C. la città si consegnò alla potente armata di Pirro, ritornando sotto l’influenza punica alla dipartita dell’epirota.
Dopo la prima guerra punica passò ai Romani che la liberarono dai cartaginesi restituendogli il nome originale di Acesta.

In virtù della comune origine leggendaria troiana fu resa esente da tributi e assegnatogli un vasto territorio che gli permise di vivere una nuova fase di prosperità.


Si pensa che Segesta sia stata abbandonata dopo le invasioni dei “Vandali”, ma indagini e ricerche rilevarono un esteso villaggio di età musulmana, seguito da un insediamento normanno-svevo ed oggi testimoniato da un castello alla sommità del Monte Barbaro.

La città e i resti

La città, che occupava come si è detto la sommità del Monte Barbaro, era costituita da due acropoli separate da una sella, difesa da ripide pareti di roccia sui lati sud ed est, mentre il versante meno protetto era munito di una cinta muraria provvista inizialmente di porte monumentali sostituite nel corso della prima età imperiale da una seconda linea di mura ad una quota superiore.
Fuori da queste cinte murarie, lungo le antiche vie di accesso alla città, si trovano i due importanti luoghi sacri ossia il Tempio di tipo dorico (430-420 a.C.) e il santuario di Contrada Mango (VI-V sec. a.C).

E’ da sempre stata famosa per il suo Tempio Dorico e il Teatro Antico ed oggi vive una nuova stagione di scoperte grazie a scavi scientifici che mirano a restituirle un’immagine complessiva.

All’interno del parco archeologico odierno, custodisce un tempio in stile dorico e un teatro di età ellenistica in parte scavato nella roccia della collina. Altri scavi hanno portato alla luce una cittadina ellenistico-romana e un borgo medievale.